C’è qualcosa di spaventosamente stupido e autoritario nel pretendere di controllare la circolazione delle persone e non quella delle armi. Allo stesso modo sembra ridicolmente inutile dare la caccia online ai reclutatori dei kamikaze quando non si fa abbastanza per bloccare i canali commerciali della jihad del terrore o quando si proteggono i paradisi fiscali dai quali arrivano i soldi per i luoghi di culto dove si predicano guerra e intolleranza.
E dopo il fallimento dell’iniziativa Vigipirate in Francia che non è stata in grado di impedire gli attentati del 13 novembre a Parigi, ancora più fasulla appare l’idea di “sorvegliare il web” per rassicurare i cittadini che lo stato veglia su di loro. Come se gli Stati, tutti, non lo facessero già.
“È colpa di Internet”.
Il problema è sempre lo stesso. Ogni volta che accade qualcosa che scuote l’opinione publica si recita lo stesso refrain: pedofilia, terrorismo e violazione di diritti commerciali vanno affrontati online[…]
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