THANK GOD WE ARE SOCIAL #283


Non si capisce nulla. Lo potevamo fare anche noi. Incredibile come qualcuno guadagni dei soldi in questo modo. Che schifezza.
Ecco: più o meno queste sono le reazioni di molte persone davanti a mostre o opere di arte contemporanea. Giusto? Sbagliato? Comprensibile? Deprecabile? Lasciamo perdere, non è questa la sede per disquisire di estetica e chiederci cosa sia l’arte, o cosa significhi (oggi) la parola “bellezza”.
[Remo e Augusta visitano la Biennale di Venezia ne “Le vacanze intelligenti”, l’episodio tratto dal film Dove vai in vacanza?]
Una cosa però è certa: l’arte contemporanea, storicamente, si è posizionata come qualcosa di elitario, inaccessibile. Studiata e frequentata poco, è perlopiù apparsa come una passione per addetti ai lavori. Con l’avvento dei social media, qualcosa ha iniziato gradualmente a cambiare.
Musei, gallerie, artisti, curatori, critici sono sbarcati su Facebook, Twitter, Snapchat – ma soprattutto Instagram, il[…]

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