Ecco perché (in 5 punti) la legge sul cyberbullismo non piace


«Pietre e bastoni possono rompermi le ossa, ma le parole da uno schermo mi possono colpire solo se, e fino a che, io glielo permetto». Questo era quello che pensava la famosa hacker Jude Milhon sulla violenza in rete. E diceva: «Dovremmo pensare ad Internet come a una scuola che molte di noi ragazze non hanno mai avuto l’opportunità di frequentare e usarla proprio per superare la paura di non essere carine abbastanza, educate abbastanza, forti abbastanza, belle abbastanza, sveglie abbastanza o abbastanza qualcos’altro». Dopo il suicidio di Tiziana Cantone che non ha sopportato gli effetti di un suo video erotico diffuso in rete, queste parole acquisiscono un nuovo significato, sopratutto dopo l’approvazione in Parlamento della legge sul cyberbullismo. La Camera dei deputati ha infatti appena dato il via libera alle norme per il contrasto del bullismo e del cyberbullismo con 242 sì, 73 no e 48 astenuti.
IL TESTO CAMBIATO ALLA CAMERA
Il testo definisce cosa[…]

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