Tutto cominciò dalla impression. Qualche anno fa, su Wired, scrivevo – a proposito di pubblicità display – che
solo l’interazione voluta e cercata produce una vera “impressione” mentale, composta da reali neuroni che si attivano, molto più potente degli anonimi numeri di contatti passivi di un adserver, per quanto elevati in valore assoluto.
La parola impression è puro wishful thinking, speriamo di fare una (strong) impression quando compriamo impression, ma nel 99,9% dei casi questo non avviene.
Però, nella furia di misurare tutto, probabilmente stiamo sommando le mele con le pere. Impression sui social, video, testuali, banner probabilmente nemmeno visti. Azioni come like sommate a commenti e share.
Due punti sono importanti, a mio avviso.
Il costo a contatto general generico non ha più senso, perché il contatto non è univoco. Una volta i tipi di contatto erano pochi (ho visto/sentito lo spot, il giornale). Praticamente non misurabili, ma[…]
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