Se ieri avete preferito un venerdì sera casalingo alla solita trafila casadocciabirrettabirrettabirra (etc. etc. con un crescendo wagneriano), non potete non essere inciampati, anche solo per pochi secondi, nella cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Rio (progettata da un italiano, Marco Balich).
La prima edizione di questo secolo ventunesimo, come le precedenti, possiede un fascino innegabile: apoteosi dello sport da salotto, rappresenta degnamente la nostra capacità del saper discutere più o meno di qualsiasi argomento, della tuttologia amplificata da social e simili. Basti pensare che, nel solo 2016, anche noi siamo stati, a targhe alterne, politologi, allenatori, europeisti, antieuropeisti, epidemiologi, esperti di terrorismo e di elezioni americane, di alta finanza e di trivellazioni. Ah, per non parlare di quando ci siamo sentiti tutti un po’ stilisti di hostess.
Adesso, placidamente spiaggiati su sdraio roventi o affollatissimi bagnasciuga[…]
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