L’inconsistente evanescenza della comunicazione su Snapchat


Ammetto di essere partito prevenuto con Snapchat. Ho cercato di uscire dalla mia mia zona di comfort per comprenderlo meglio, ho ascoltato i consigli dei colleghi entusiasti che lodavano la velocità e l’interfaccia innovativa, la nuova concezione visuale che vive del momento della fruizione e poi si spegne. Per sempre.
Snapchat si nutre di un micidiale mix di velocità e ordine, una pulizia degna di una sala operatoria. Qualsiasi azione comunicativa compiate sulla piattaforma verrà purificata e dimenticata nell’arco di 24 ore.
Ho seguito ottimi colleghi e blogger attivi sulla piattaforma, con l’obiettivo di imparare da loro come utilizzarla al meglio, capirne la grammatica e le potenzialità di una comunicazione che vive del momento e poi si spegne. Seguendoli ho appreso che, tranne in rarissimi casi, i contenuti riguardano la vita privata. Cene, tramonti, cani e figli. Che sono buffissimi con le orecchie di cane e quando vomitano arcobaleni. Che la loro vita è[…]

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