Da Omero ai big data: perché lo storytelling non serve a vendere ma a insegnare


Raccontiamo storie dall’alba dei tempi. Prima lo facevamo con suoni gutturali e disegni, pittogrammi e ideogrammi, poi con l’alfabeto, in lingua sumerica o in latino, ma lo storytelling è antico quanto la civiltà umana e da sempre ne accompagna lo sviluppo. Pensate alle grotte di Altamira e Lascaux, alle scene di caccia che conservano, pensate agli aedi greci e ai trobadori cortesi, alle cosmogonie dei grandi poemi religiosi e all’epica di viaggio. Ogni storia che raccontano ha al centro dei protagonisti, fatti e vicende esemplari con cui identificarsi o dai quali prendere le distanze. Ogni storia offre enigmi da sciogliere, scelte da prendere, emozioni e memorie. Descritte in una maniera diretta e coinvolgente, le storie ci obbligano a elaborare fatti e contesti, favorendo la comprensione e il ricordo.
Lo storytelling, il viaggio e il mito dell’eroe
Pensate a Omero, a Esiodo, a Gilgamesh ed Enkidu, a Dante e alla Bibbia, ma anche all’Ulisse di Joyce: storie che[…]

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Da Omero ai big data: perché lo storytelling non serve a vendere ma a insegnare
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