Vinta la guerra dei protocolli creammo il primo backbone europeo a dispetto dei monopoli

A quei tempi, come oggi, la “sala macchine” era uno stanzone con un pavimento sopraelevato sotto al quale circola l’aria fredda necessaria per raffreddare gli elementi del calcolatore. Era tutto un groviglio di cavi e un grande abbondare di cacciaviti. Un paradiso, per molti smanettoni della ricerca, ma non per tutti. Cominciamo dall’inizio.
Credits: www.internetarchaeology.org
Quando mi sono iscritto alla facoltà di Fisica a Milano volevo diventare Astrofisico ma dopo pochi giorni mi parlarono di un esame del quarto anno che era accessibile anche alle matricole: Macchine Calcolatrici, di Marco Maiocchi.
Fu un colpo di fulmine che mi portò ad un piano di studi quantomeno anomalo, mescolando corsi di astronomia e di informatica, che fece rabbrividire la responsabile ma fu finalmente approvato e col tempo mi portò dal 1983 all’Istituto di Fisica Cosmica e Tecnologie Relative (leggi elaboratori), l’IFCTR del CNR di Milano – prima per la tesi poi per con un[…]

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