In questa tranche dell’iniziativa di Anonymous contro l’Isis i cyberattivisti hanno colpito con vari mezzi la propaganda jihadista. A cadere nelle loro mani anche 40 account Paypal che a detta loro finanzierebbero la jihad.
“Sono tutte persone che vivono in Syria e in Iraq”, afferma uno degli hacktivisti intervistato in chat. Gli hacktivisti, dopo giorni in cui collezionano siti internet da poter violare, hanno trovato le prime vulnerabilità in alcuni di essi e si sono impadroniti di account PayPal. I siti, oltre 200, si trovano su un pad nel canale interno del server su cui viene gestita e organizzata l’azione. I siti sono ovviamente tutti filo jihadisti e vengono tradotti da persone di lingua araba vicine ai cyberattivisti.
Come funziona la cyberwar anti-ISIS
Alcuni membri di Anonymous controllano i siti per trovare le vulnerabilità dalle quali risalire ai dati interni. Così, dopo aver scansionato uno degli oltre 200 siti con un tool tipo SQL Map[…]
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